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NARRATIVA

La propensione a “dipingere con le parole”, creando connessioni tra realtà naturali e suggestioni evocative, tra vicende umane e vissuti emotivi, tratteggiando immagini per dare spazio alle risonanze interiori, induce Antonella ad esprimersi in registri stilistici diversi, modulati sulla propria profonda necessità espressiva. 

Copertina da un’idea di Pierre Ponchione

Complice il castello.
Da un racconto del professor Edoardo Borra

La trama di questo racconto, trasversale all’esistenza non comune del professor Edoardo Borra, medico e studioso insigne, si dipana come un’elegante occasione per ricucire un secolo di storia attorno al Castello e al parco di Govone, luoghi emblematici da cui i protagonisti sembrano prendere distanza, in senso ora geografico, ora culturale, per tornare poi a ricomporre eventi psichici vissuti al limite dell’esperienza umana, sulla soglia del mistero. 

La narrazione diventa così un giocoso invito a far memoria del passato attraverso lo sguardo acuto e accogliente di amici che, in spazi e in tempi diversi, si interrogano sulla sensibilità femminile e sulla natura dei sentimenti, sui fondamenti etici e religiosi dell’esistenza e sul valore universale della solidarietà. Ma è anche un originale pretesto per restituire vita e significato a figure illustri o sconosciute che, incontrate in situazioni talvolta estreme, vengono rimodellate secondo un diverso destino. 

Il libro puà essere acquistato sul sito web di Daniela Piazza Editore

Disegno di copertina di Nicola Magrin per gentile tramite di Claudia Zorloni

Il primo giro di pietre

Attorno alla vecchia cascina che domina le colline del Monferrato – ora core zone Unesco – si intrecciano le storie di un’antica famiglia, alle prese con il progressivo affossamento della cultura contadina tradizionale a favore della civiltà urbana. 

Con efficace registro stilistico, l’autrice indaga i drammi personali e i rapporti familiari irrisolti; l’insolita propensione del giovane Edo per la terra e la storia locale; il suo desiderio di emulare nonno Ottavio – di cui si sente l’unico erede morale – coltivando le vigne degli avi per appartenervi totalmente; la sofferenza per il sogno negato e il riscatto dall’amarezza attraverso lo studio del violino, con cui il ragazzo conquisterà i più ambiti scenari musicali di Parigi.

Una fine tessitura di sfumature psicologiche, che rivela la complessità di trame avvincenti e sottili, accompagna Edo alla soluzione del viscerale dilemma che già angustiò il nonno in gioventù – optare per le lusinghe della ville lumière o per la solidità delle origini contadine – finché, sulla soglia dei trent’anni, egli scopre finalmente che la vera eredità è il “primo giro di pietre” della sua personalità, ovvero l’originale amalgama con cui genetica, educazione, storia e cultura hanno forgiato le generazioni nate e vissute prima di lui su quel bricco.

Il romanzo inedito Il primo giro di pietre ha ottenuto una menzione di merito al Premio Cesare Pavese (2018).

Tra cielo e colline.
Novelle in terra di vigne

Ho riunito questi esercizi di scrittura – semplici tratteggi di persone, di atmosfere e di scenari naturali – per ricomporre un percorso esistenziale con immagini e momenti del vissuto. La mia è storia di collina.

È quello il mondo in cui ho imparato a leggere la realtà, a vivere il tempo, a nutrire il pensiero nell’appartenenza affettiva all’ambiente, a rispondere alle suggestioni del presente con risonanze interiori, esplorando il territorio sotto ogni cielo e affidandomi alla riflessione, nella solitudine.

È il mio angolo degli affetti, della relazione scarna e perciò totale, dei valori mutuati da modelli personali spesso travagliati e sofferti, ma anche “forti”, poiché consolidati dalle generazioni nella successione dei giorni e delle stagioni.

È l’aria che ha inciso tracce indelebili nel mio modo d’essere, connotando la mia identità e innescandovi i processi che mi riconducono alle origini con gratitudine e umiltà.

È un piccolo universo ricco di sensazioni primordiali, eppure armonico e vero; finemente articolato nelle sfumature stagionali e nei rituali del pensiero, dell’azione e della comunicazione, ma profondo ed essenziale.

È il luogo in cui la fatica viene compensata a ogni passo dalla bellezza e il dolore dal senso del vivere. Un mondo di “ultimi”? Una storia finita? La terra – morbida, sobria, saggia – risponde con il silenzio.

La novella Filari è stata premiata alla I edizione del Premio Nazionale di Novella “Carlo Cocito” di Montà d’Alba (1987); con l’omonima raccolta di novelle (Daniela Piazza, 2005) ha vinto il concorso “Il vino nella letteratura, nell’arte, nella musica e nel cinema”, indetto dal Centro Studi Cesare Pavese di Santo Stefano Belbo (2008).

Il fascino segreto dei castelli. Istanti di charme tra Langhe Roero e Monferrato

Quali vive dimore di un Piemonte antico, nobile e generoso, castelli e residenze ci catturano col sottile richiamo della memoria. Sature di favolosi sogni, intriganti vicende, soprusi e sfide, queste preziose icone di un patrimonio impareggiabile – recuperato negli ultimi decenni da audaci tentativi e, progressivamente, per volontà diffusa – approdano ai nostri giorni da età recondite e genti sconosciute. 

Tra lievi sospensioni e magici scenari in Langa, Roero e Monferrato, quasi a perenne monito dei posteri, ogni maniero attesta il suo valore. Reperto pulsante e percettibile di tratti della nostra evoluzione, serbando l’eco di lontani eventi inscritti nelle mura, evoca in noi – visitatori attenti – romantiche atmosfere ed ere burrascose, nobili esistenze e personalità avvincenti, vezzose consuetudini e vizi inconfessati. Accolti in spazi un tempo riservati, immersi in eloquenti chiaroscuri, temiamo quasi di rompere l’incanto: tra verità e leggenda l’arcano si disvela.

Notizie e aneddoti ridanno allora forma a fatti orrendi e amorosi idilli, trame segrete e ameni diversivi, smanie di dominio e scelte ponderate, atti ordinari e altisonanti imprese di personaggi mitici, avvolti in aure epiche.

Condividere l’aperta visuale conquistata dagli avi – illuminati artefici del distillato di storia e arte, di stile e mito che persiste – significa nutrire l’intimo di dignità e grandezza, di delizia e signorilità.

Sullo sfondo quieto di assolate colline, interni sontuosi o spogli, ariosi parterre e angusti vialetti invitano a cogliere la singolare grammatica della bellezza nell’opera imponente che abbiamo ereditato. E dunque a leggere, nel nostro humus, le tracce inalterabili di una cultura di vita, che va oltre se stessa.

COME LA NEVE.
DIGRESSIONI IN SORDINA

Vivere di magia, della magia nella realtà. Vivere la magia della realtà.

Il tono fatato del presente appare chiaro nella possibilità di lasciare che tutto possa essere tutto. Che dal minimo spunto si sprigioni la meraviglia.

Il fascino della vita non sta forse nella distanza tra il momento concreto e la sua trasposizione espressiva, che lo rende unico e durevole?

Si può vivere intensamente nell’evocazione che erompe dalla bellezza naturale. La vita è lì, e scoprirlo significa anche accettare che venga la notte, dopo aver apprezzato il tramonto. E aspettare con pazienza l’aurora.

Il luogo più vitale per me, più protettivo e ricco, è il tempo lento e silenzioso della contemplazione, della solitudine all’aperto, del “nulla” sereno che genera significati pregnanti, spogli di parole e affanni.

Certo, l’esercizio costante del dialogo empatico prende il ritmo rassicurante del vissuto, mentre lo studio e la ricerca appassionata convertono l’emozione in concetto.

Ma nell’immensa gratitudine del cuore e dell’anima – solo la libera scrittura imprime ordine e incanto, profondità e spazio, intensità e respiro sopra il foglio bianco, per sempre.

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L'AUTRICE

Nata a Nizza Monferrato (Asti), Antonella Saracco vive a Govone (Cuneo). Laureata in Scienze dell’Educazione, in Lettere e in Servizio Sociale presso l’Università degli Studi di Torino, ha operato a lungo negli ambiti dell’assistenza sociale, dell’insegnamento e della formazione professionale. Già cultrice della materia in Psicologia dinamica presso la Facoltà di Psicologia e professore a contratto presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino, è autrice di numerose pubblicazioni. 

CONTATTI

Per contattare Antonella è possibile scrivere una mail a info@antonellasaracco.it

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